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Visitare Napoli nel periodo natalizio: alla scoperta delle tradizioni e dei sapori partenopei

Visitare Napoli nel periodo natalizio: alla scoperta delle tradizioni e dei sapori partenopei

Suggerimenti e consigli su cosa vedere e mangiare nella Napoli della tradizione presepiale.

Napoli  è la terza città d'Italia, una delle più inquinate e pericolose, ma anche una delle più esuberanti, divertenti ed interessanti in tutta Europa”, queste le parole scritte da Rick Steves, uno dei più noti autori internazionali di guide di viaggio, sulle pagine del Chicago Tribute, in un articolo apparso martedì 25 Novembre.

Napoli, la metropoli del sud, appare sicuramente una meta pericolosa per turisti non abituati al grande caos presente in città. Voci, urla, traffico, motorini impazziti, venditori ambulanti, tutto questo è solo una parte di quello che troverete una volta arrivati nel capoluogo campano, in realtà c’è veramente tanto altro.

Partiamo dalla tradizione presepiale: il Presepe Napoletano diventa famoso grazie agli artisti del Settecento; non che prima non ve ne fossero tracce di presepi, la più antica testimonianza risale al 1025, ma è nel Settecento che si avrà una fioritura di quest’arte grazie ad una serie di artisti talentuosi, i quali renderanno queste figure presepiali, personaggi. L’idea che c’è alla base del Presepe Napoletano è quella di rappresentare il tema religioso della Natività, quindi della nascita di Gesù Cristo in una grotta, immergendolo nella realtà della città: quindi, case, botteghe, mestieranti, cibo e taverne, tutto viene ripreso dalla realtà quotidiana e riprodotto nel Presepe Napoletano. Proprio nel Settecento il presepe esce fuori dalla Chiese, dove era oggetto unicamente religioso da venerazione, per entrare nelle case dell’aristocrazia diventando oggetto di culto più frivolo.

Quale posto migliore se non Via San Gregorio Armeno per ammirare queste opere d’arte? La famosa strada si trova nel centro storico e durante il periodo natalizio è letteralmente presa d’assalto da turisti provenienti da ogni dove. Botteghe di artigiani sono disponibili a mostrare tutta la loro arte e la loro fantasia realizzando presepi dal vivo in presenza di turisti curiosi. Negozi dove poter trovare la statuina dell’ultimo personaggio più in voga del momento, non dimenticando di rappresentare tutta la squadra di calcio della città, con relative caricature.

Se avete del tempo a disposizione e la voglia di ammirare un capolavoro unico del genere, recatevi presso la Certosa di San Martino, sulla collina del Vomero. Qui potrete vedere il Presepe Cuciniello, dove  il collezionista è anche l’autore della messa in atto dello “scoglio” e dell’allestimento scenografico. Michele Cuciniello è una poliedrica e interessante personalità, che visse in pieno Ottocento (nato nel 1823, a Napoli, vi morì nel 1889). Interessato a varie discipline e a varie arti, studiò architettura, in cui si laureò, iniziò a collezionare “pastori” del Settecento e in questo campo si procurò una vasta esperienza. Per donare la sua collezione, Cuciniello pose poche condizioni: la principale che fosse lui stesso ad allestire la scenografia per la collocazione dei pastori, con l’aiuto di un amico architetto. Per questo, Michele Cuciniello ha dato il suo nome al celebre presepe, non solo da collezionista, ma anche da autore. La trovata di maggiore impatto visivo posta in atto dall’architetto Cuciniello fu quella di tagliare in parte la volta dell’ambiente in cui era collocato il presepe, per creare un effetto di sicura suggestività mediante la luce che cade dall’alto. Lo “scoglio” del presepe Cuciniello è scandito in tre parti, che corrispondono ai tre episodi tradizionali che compongono la “storia” del presepe: il luogo dell’annuncio ai pastori, la Natività, la taverna. L’episodio dell’annuncio è collocato in un ambiente rustico, popolato di contadini e pastori intenti alle loro attività, quale si poteva vedere nei dintorni di Napoli.

La natività avviene, secondo la tradizione settecentesca, inaugurata dai presepi dei Padri Gesuiti, in un rudere di tempio romano. Ciò corrispondeva da un lato al gusto archeologico del Settecento, in seguito alla entusiasmante scoperta delle città sepolte dal Vesuvio, Ercolano e Pompei, dall’altro ad un certo spirito propagandistico, che nella nascita del Bambino in un tempio pagano ridotto a rudere, voleva simboleggiare il trionfo del Cristianesimo sulle religioni pagane dell’Impero Romano. La taverna è in una casa a due piani; al secondo piano si accede mediante una scala all’aperto, come è ancora possibile vedere nelle architetture di campagna. La casa del presepe Cuciniello è diventata celebre anche grazie alle numerose repliche che ne sono state fatte dagli artigiani di San Gregorio Armeno.

Ogni visita a Napoli che si rispetti prevede una pausa obbligatoria: gustare una vera Pizza Margherita rigorosamente in una delle innumerevoli pizzerie che si trovano in centro. In Via dei Tribunali ci sarà l’imbarazzo della scelta; la pizza è ottima ovunque quindi bisogna decidere in base alla lunghezza della fila. Da non sottovalutare una pausa caffè e dolce per apprezzare i dolci natalizi napoletani. Anche in questo caso la tradizione pasticcera risale a secoli addietro, quando esisteva un pasticciere di corte il quale cercava di creare capolavori per il proprio Re.

Scritto da: PartyGuide.it